Oggi nella mia città, Palermo, finalmente vediamo segnali di risveglio e di intelligente coesione tra l'attivismo spontaneo e quello organizzato
Abbiamo fatto la cosa più ovvia e opportuna, abbiamo richiesto aiuto al nostro Prefetto, abbiamo chiesto l'apertura di tavoli di contrattazione con il Comune e la Regione.
Eravamo in pochi? Eravamo un numero sufficiente per chiedere in modo garbato e civile il nostro diritto alla vita, a una esistenza dignitosa che ci consenta di dimenticare i momenti di panico per la paura di non riuscire a sostenere le nostre famiglie.
Ci hanno tranquillizzati, con abili favole narrate sapientemente, ci hanno illuso raccontandoci di una vita migliore possibile e raggiungibile, ma stavano parlando di loro, della loro “casta”, dei loro servi, piegati e ben sfamati dai loro padroni.
In quei “pochi” ho riconosciuto giovani famiglie felici, perché libere, libere perché non hanno mai chiesto "favori"; cittadini con gli occhi rossi, non so se per rabbia o paura, che pretendevano risposte; politici sinceri e sindacalisti attenti agli ultimi, cittadini attivi sempre pronti a "spingere" per trovare soluzioni.
È stata una bella giornata, peccato per chi non ha potuto respirare questa nuova aria che soffia nella città. Ci stiamo organizzando, ci stiamo dotando di nuovi strumenti per arare terreni aridi che presto semineremo, preparandoci a un florido raccolto.
Siamo sognatori e ci crediamo. La nostra forza sta nella consapevolezza che non ci arrenderemo mai alla barbarie e alle prepotenze. Saremo sempre al fianco degli ultimi, quelli senza casa, senza reddito, senza speranze. Noi abbiamo scelto di stare con la schiena dritta, rinunciando a possibili offerte di posizioni privilegiate, noi abbiamo scelto di avere le mani libere.
15/Settembre/2023