
Direi che Israele non dovrebbe mai intendersi come stato ebraico, così come l'Iran non dovrebbe mai identificarsi come stato musulmano, allo stesso modo come il nostro paese non sarà mai uno stato cattolico. Scindere le due "cose", in modo che gli stati siano laici e le chiese abbiano istituzioni proprie, è fondamentale.
La questione, a mio parere, è proprio questa. Oggi, in un mondo interconnesso, multilingue, multi religioso, "mischiato", è antistorico e anacronistico non pensare a Israele come a uno stato laico, capace di convivere con istituzioni e pratiche religiose multi religiose, così come una Palestina che faccia altrettanto. Quindi, la questione è politica e culturale.
La nascita di uno stato palestinese potrà solo creare un clima di distensione, se si riuscirà mai a dimenticare le bestialità reciproche che si sono scambiate da sempre. Sono cresciute generazioni intere, in quei luoghi, immerse nell'odio e nell'ingiustizia. Padri che hanno perso figli e figli che hanno assistito a immani tragedie. Non è facile, ma non si può permettere a uno stato, e tanto meno a organizzazioni paramilitari, di tenere in ostaggio un intero popolo. Gaza non è una soluzione, ma è il detonatore che ha fatto esplodere tutto. Un paese autodeterminato, governato democraticamente, è la soluzione, un governo democratico in Israele è la soluzione, il riconoscimento della laicità degli stati è la soluzione.