La secessione dei ricchi.
La Lega riprova, dopo trenta anni di tentativi di distruggere il paese, a dividerlo definitivamente.
Non glielo permetteremo. ,
Il disegno di legge sull'autonomia differenziata è un provvedimento che definisce le procedure legislative e amministrative necessarie per raggiungere un accordo tra lo Stato e le Regioni che richiedono maggiori competenze in determinate materie. Ecco un riassunto dei punti principali del disegno di legge:
Finalità del provvedimento
Include le modalità procedurali per l'approvazione delle intese tra lo Stato e le singole Regioni, come previsto dal medesimo terzo comma.
L'attribuzione di funzioni relative a tali forme e condizioni particolari di autonomia, riguardanti materie o ambiti riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, è consentita solo subordinatamente alla determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (L.E.P.) previsti dalla Costituzione, che riguardano tutte le Regioni del Paese.
Procedura per l'accordo
Per raggiungere un accordo, è richiesto un decreto legislativo proposto dal presidente del Consiglio e dal ministro per gli Affari regionali, in concerto con i ministri competenti per le materie richieste.
La procedura per l'accordo deve durare almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni concessi alle Camere per l'esame delle richieste.
Questo disegno di legge è uno strumento che mina l'unità del paese. Strumento pericoloso per dividere definitivamente lo Stato centrale dalle Regioni. Esso delinea le procedure per l'assegnazione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, non contenti delle deleteria esperienza della sanità, distrutta e sottomessa agli “affaristi” e corruttori amici degli amministratori compiacenti.
La legge prevede che lo Stato definisca i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), che rappresentano il livello minimo di servizi da garantire in maniera uniforme in tutto il territorio nazionale, al fine di evitare differenze sostanziali tra le varie Regioni nell'erogazione di servizi e prestazioni.
Per evitare squilibri economici tra le Regioni che scelgono l'autonomia e quelle che non lo fanno, il disegno di legge prevede meccanismi perequativi. Un emendamento presentato da Fratelli d'Italia e approvato prevede che anche alle Regioni che non chiedono il trasferimento delle competenze siano trasferite risorse pari a quelle delle Regioni che invece lo richiedono. Tuttavia, questo deve avvenire coerentemente con gli obiettivi programmati di finanza pubblica e con gli equilibri di bilancio.
Le opposizioni denumiano che questa clausola rappresenti di fatto una "invarianza di spesa", evidenziando la mancanza di garanzie economiche nel disegno di legge che potrebbero portare a divisioni nel Paese. Si teme che la norma sui LEP rischi di essere inattuabile, poiché per garantire risorse simili a tutte le Regioni e ridurre i divari tra i territori potrebbero essere necessarie notevoli risorse finanziarie.
Per essere “chiari”, il concetto di "Autonomia differenziata" rappresenta un disegno di legge di iniziativa governativa voluto dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli. Questo testo è stato discusso nel corso della scorsa legislatura, subendo variazioni nel corso delle discussioni, soprattutto in seguito ai cambiamenti nella maggioranza di governo con i governi Conte 2 e Mario Draghi.
Il testo attuale in votazione torna alla versione originaria, attuando l'autonomia delle Regioni a statuto ordinario, come previsto dall'articolo 116 della Costituzione, modificato nel 2001 con il sostegno del centrosinistra. Le Regioni a statuto ordinario che lo richiederanno potranno ottenere autonomia di gestione su un massimo di 23 materie, che includono, tra le altre, la sanità, l'istruzione, l'energia e la sicurezza sul lavoro. Questo significa che tali Regioni potranno avere maggiore controllo e responsabilità su questi ambiti senza dover dipendere direttamente dalle decisioni del governo centrale.
La presa in giro:
La commissione Affari costituzionali del Senato, presieduta da Alberto Balboni, ha contestualmente approvato un emendamento voluto da Fratelli d’Italia, il quale prevede che siano allocate risorse per garantire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) alle Regioni che non richiedono l'autonomia. Attualmente, esiste il rischio che le regioni economicamente più forti possano acquisire le competenze principali, come la sanità e le relative imposte, dal bilancio dello Stato, lasciando poche risorse per le regioni che mantengono le competenze nazionali.
L'emendamento mirava a riequilibrare questo rischio, ma su richiesta del ministro Giancarlo Giorgetti è stato aggiunto che i finanziamenti saranno erogati "ad invarianza di bilancio" nazionale, cioè senza generare nuove spese. Ciò solleva dubbi sul modo in cui verranno finanziate queste eventuali allineamenti di risorse, poiché non è chiaro da dove verranno prelevati tali fondi senza aumentare il deficit nazionale o creare ulteriori oneri per il bilancio pubblico.
Inoltre; l'ex presidente della Consulta, Ugo De Siervo, ha sollevato un ulteriore problema riguardante l'autonomia differenziata. Ha spiegato che non è chiaro se le Regioni potranno emanare leggi specifiche per regolare le materie oggetto della devoluzione. Ha sottolineato che se si concedono maggiori poteri a una Regione in materia di sanità, questa dovrebbe avere la facoltà di adottare una propria legislazione in quel settore. Tuttavia, se la Regione adotta una legge specifica, potrebbe modificare l'intera legislazione nazionale, a meno di frammentare l'intero sistema regionale italiano.
Secondo il costituzionalista, sarebbe necessario intervenire sulla Costituzione per attuare veramente il federalismo desiderato dalla Lega, oppure abbandonare del tutto il progetto. Il Partito Democratico (PD) ha annunciato l'intenzione di proporre un referendum abrogativo sulla norma, probabilmente già nel corso della discussione odierna. Tuttavia, i tempi per un'eventuale abrogazione saranno certamente lunghi. Questo evidenzia la complessità e la delicatezza delle questioni legate all'autonomia differenziata e la necessità di una profonda riflessione e discussione in merito. Autore, Vincenzo Fiore
Fonte:
www.openline
fanoage.it

- Riusciremo a fermarli e li accompagneremo fuori dal nostro paese che non meritano di calpestare.

Il pericolo incombente è questa destra fascista. La nostra democrazia malata ha permesso tutto questo. Questi individui fanno, quello dove sono bravi; polverizzano le istituzioni democratiche e minano l'integrità del paese. Abbiamo permesso a un gruppetto di “idioti incolti” di gestire il paese più bello del pianeta.